Regia : Luciano Salce
Cast : Paolo Villaggio, Anna Mazzamauro, Gigi Reder, Giuseppe Anatrelli, Umberto D'Orsi
Durata : 01:43
Per festeggiare il primo, leggendario capitolo della saga cinematografica del Ragioniere, Giunti Odeon, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, porta sul grande schermo il restauro di Fantozzi, proprio nel giorno del 50° anniversario dell’uscita del film: giovedì 27 marzo 2025.
Il 27 marzo 1975, esattamente cinquant’anni fa, vedeva la luce sullo schermo – dopo un fortunato passaggio cartaceo in forma di racconti – una delle più formidabili maschere comiche di tutto il Novecento italiano. Paolo Villaggio, suo inventore e interprete, impiegato lo era stato davvero, e il mondo che descriveva lo conosceva da vicino. Tratto dai due romanzi che Paolo Villaggio pubblicò per Rizzoli nel 1971 (Fantozzi) e nel 1974 (Il secondo tragico libro di Fantozzi), il film Fantozzi fu affidato alla regia di Luciano Salce. Come quella di un eroe misterioso, l’epifania cinematografica del rag. Ugo Fantozzi avviene di spalle: controcampo, una mazzata in testa, e il personaggio ha già il suo destino cucito addosso. Il volto è naturalmente quello del suo autore, che da tempo ne limava i tratti in televisione, per poi tirar fuori dalle pagine di due best seller quella che oggi possiamo considerare la maschera comica più popolare d’Italia.
“Fantozzi è un curiosissimo combattente. È il più ‘grande perditore’ di tutti i tempi. […] Si è adattato a tutto e ha incassato tutto continuando a galleggiare e a sorridere. È stata vittima ma non ne è uscito sconfitto”. Così descrive la sua creatura Paolo Villaggio: reinventa il mondo impiegatizio in forme satiriche e paradossali, con un gusto surreale e grottesco che sembra guardare a certi personaggi ‘umiliati e offesi’ di Gogol’ e di Čechov, così come allo spirito slapstick dei Looney Tunes. Trovando la sua forza “in un pastiche linguistico allo stesso tempo originale e popolare”, fatto di congiuntivi sbagliati, gergo pseudo-scientifico, neologismi e un ostinato uso dell’iperbole.